IL RIGETTO DELL’IMPIANTO: Una legenda metropolitana
Ad oggi l’utilizzo di impianti dentali è la soluzione più affidabile per il risolvere il problema della perdita del dente o dei denti naturali del paziente. L’impianto è costituito da viti in titanio che sono inserite nell’osso, mascellare o mandibolare, per sostituire le radici naturali dei denti e per fungere così da base per la protesi, fissa o mobile, che verrà applicata.
Ma forse tutto questo lo sapevate già, forse vi siete informati, avete chiesto pareri a chi già si è sottoposto all’intervento, avete googolato per capirci qualcosa di più e…vi ha spaventati la parola “RIGETTO”.
Ebbene, vi sveliamo un segreto: il rigetto non esiste!
Il titanio è un materiale biologicamente inerte ovvero possiede un elevato grado di purezza e decontaminazione della superficie che lo rende perfettamente tollerabile dal nostro organismo.
Non solo il corpo non rifiuta il titanio come estraneo, ma anzi riconosce questa struttura come propria dando luogo a osteointegrazione, ovvero sia il processo con cui alla fine l’osso e l’impianto si legano tra loro.
Se perdiamo un impianto, quindi, non è per un fenomeno di rigetto come comunemente lo intendiamo, ma per cause diverse. Andiamo a vedere quali.
Le cause della perdita di un impianto dopo breve tempo
La perdita di un impianto può avvenire nelle settimane o nei primi mesi subito dopo l’intervento o nel lungo periodo, cioè negli anni successivi.
Le cause di perdita di un impianto nel breve periodo sono per lo più causate dall’insorgenza di un’infezione batterica attorno all’impianto.
Per evitarla bisogna:
- Preparare l’intervento scrupolosamente rispettando le condizioni di sterilità del campo operatorio: anche una semplice contaminazione della superficie dell’impianto con la saliva può costituire un rischio!
- Condurre una corretta profilassi antisettica e antibiotica pre e post-chirurgica.
- Per il paziente, attenersi alle indicazioni mediche sulla condotta post-operatoria, perciò mantenere una corretta igiene domiciliare ed evitare il fumo.
Bisognerebbe evitare anche carichi masticatori eccessivi nelle fasi successive all’inserimento dell’impianto perché i suoi micromovimenti possono causarne la perdita.
Tuttavia, quando questo accade, molto spesso il problema è che si è condotta un’errata valutazione del tipo di osso e di carico. Se il dentista inserisce impianti in zone con carente quantità di osso, c’è il rischio che la protesi manchi di stabilità. Occorre dunque capacità sia nella pianificazione dell’intervento che nell’esecuzione di una adeguata rigenerazione ossea laddove necessario.
Anche la frattura dell’impianto può rientrare tra le cause di perdita.
Va detto però che oggi esistono case implantari che hanno creato leghe di titanio-zirconia molto più resistenti e che permettono l’utilizzo di impianti più sottili in caso di mancanza di osso, evitando così anche l’intervento di rigenerazione ossea.
Cause della perdita dell’impianto dopo molto tempo
La più frequente causa di perdita di un impianto nel lungo periodo è la perimplantite, un’infezione batterica che colpisce i tessuti che supportano l’impianto.
La perimplantite provoca un riassorbimento dell’osso attorno agli impianti causandone inevitabilmente la perdita. Si tratta di un processo cronico molto lento che dà in molti casi modo, attraverso interventi chirurgici di rigenerazione ossea, di salvare gli impianti.
È importante sapere che questa patologia si può prevenire attraverso delle semplici accortezze che riguardano in primo luogo il mantenimento di una corretta igiene orale.
Oltre alle pratiche di pulizia quotidiane, sarà bene che il paziente effettui regolarmente sedute di igiene orale professionale (detartrasi) e rispetti i controlli clinici e radiografici che verranno pianificati dopo l’intervento.
Come abbiamo già detto, bisogna poi cercare di limitare al massimo il fumo. Il tabagismo accelera infatti tutti i processi infettivi e infiammatori del cavo orale.
Ad ogni modo, state tranquilli: al termine di un intervento di implantologia, oltre alla documentazione e al passaporto implantare, il paziente riceve una breve guida che riporta i comportamenti da mantenere sia nelle ore immediatamente successive all’inserimento degli impianti dentali sia su come comportarsi dopo settimane e mesi.
Non confondere il rigetto con l’insuccesso!
Da quanto abbiamo detto, possiamo concludere che il rigetto è un evento inesistente in implantologia. Ciò che invece esiste è l’insuccesso!
Questo si ha quando un impianto non si osteointegra e quindi deve essere rimosso come nel caso esemplare dell’infezione peri-implantare; un’infezione è un evento che riconosce quasi sempre dei responsabili, siano essi il chirurgo o il paziente.
Attribuire al rigetto la causa della perdita di un impianto dentale rischia di essere solo una scusa per giustificare i propri insuccessi!
State attenti quindi a non affidarvi al primo che passa o al miglior offerente perché spesso dietro offerte economicamente vantaggiose può nascondersi mancata professionalità del chirurgo o esperienza e abilità insufficienti.
Se l’operazione è stata condotta correttamente, dalla sua pianificazione alla sua esecuzione, e se il paziente osserva i comportamenti corretti che abbiamo elencato, la percentuale di insuccesso a 5 anni degli impianti dentari è solo del 2%.
Dott. Giovanni Pentangelo
Odontoiatra - Specialista in Chirurgia Orale